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sabato 30 giugno 2012

PIANETA LATTE

Il latte 

Il latte più diffuso, il vaccino, è alla base di una corretta alimentazione.
Ma - come dice R. Spangaro -  le alternative non mancano, da quello di capra a quelli di origine vegetale. 

Qui di seguito vi voglio dire che cosa li differenzia, come sceglierli, che cosa contengono.  






Candido, dolce, gustoso, il latte è un irrinunciabile momento di comfort mattutino - e col caldo anche durante la giornata - ma anche una tenera consolazione serale.

L'uso del latte bovino, ovino e caprino nella nostra alimentazione risale alla preistoria.

Si pensa che siano stati gli abitanti della Mesopotania, circa 8 mila anni fa, ad addomesticare i primi mammiferi per utilizzarne il latte  a scopo alimentare.
Le  prime vere testimonianze - da disegni su rocce - risalgono a 6 mila anni fa:

  
Quando si parla di latte in Italia per legge s'intende quello vaccino. 
Se si menziona il latte di altre specie è sempre necessaria la relativa specifica: di capre, di pecora, di bufala, ecc.


Sorsi antistress

Sebbene diverso nelle sostanze nutrienti, il latte vaccino intero ha un contenuto calorico simile a quello umano, pari a 650 / 680 kcal per litro.

Dissetante, energetico, sostanzioso e dotato di importanti fattori di crescita, è costituito prevalentemente da acqua (86/90%). 
Contiene poi carboidrati, grassi (3/4%) e proteine (3,5%) quali caseina, lattoalbumina e lattoglobulina.   
Sali minerali, come calcio, fosforo e potassio.
Carente di ferro e le vitamine sono minime, a eccezione della A, B2 e della B12, che diminuiscono comunque con la scrematura, bollitura e la sterilizzazione.

Il latte produce endorfine, sostanze dotate di proprietà analgesiche, distensive ed euforizzanti che ci fanno stare bene in salute.

 Possiamo quindi  senz'altro considerare "il latte" come "un nostro amico"!!!



I  trattamenti

Pastorizzato:
Riscaldato alla temperatura di 72/75°V per un tempo sufficiente a distruggere la maggior parte
dei microorganismi patogeni e i batteri che ne alterano le caratteristiche. 

In confezione chiusa può essere conservato in frigorifero fino alla data di scadenza, definita per legge nei 6 giorni successivi alla data di confezionamento.

Una volta aperto, per 1 o 2 giorni.

Sterilizzato:
Riscaldato in contenitore chiuso a 120°C per 20 minuti, in modo da distruggere tutti i mi crorganismi presenti. Si mantiene per diversi mesi nella confezione ancora chiusa, anche a temperatura ambiente.

Una volta aperto, per 1 o 2 giorni in frigorifero.


UHT
Ultra High Temperature, ossia riscaldato a temperatura superiore a 135° C e poi confezionato in modo asettico.

Si conserva come quello sterilizzato.



Le tipologie

Crudo:
Non trattato termicamente o al massimo riscaldato a una temperatura non superiore a 40°C, entro 48 ore dalla mungitura.
E' usato soprattutto nell'industria casearia.

Intero:
Sottoposto al trattamento di pastorizzazione e con un contenuto in grassi superiore al 3,5%.

Parzialmente scremato:
Sottoposto a trattamento di pastorizzazione e con un contenuto in grassi compreso tra 1,5/1,8%.

Scremato:
Sottoposto a trattamento di pastorizzazione e con un contenuto in grassi ridotto a un massimo dello 0,5%.

Alta digerabilità:
Latte a ridotto contenuto di lattosio per chi è intollerante allo  zucchero del latte.



Il latte : Un amico degli Chef


Il latte non ha sempre lo stesso sapore.
Varia infatti in relazione all'alimentazione e al benessere dell'animale che lo produce, ai trattamenti cui è sottoposto e, ovviamente, alla tipologia.
Che sia di mucca, di capra, di soia, di riso, rimane comunque un valido aiuto in cucina.
Non è un caso che costituisca il tocco segreto di tanti chef.

Ne basta un goccio per addolcire, ammorbidire, addensare o legare qualsiasi preparazione.

Inoltre è un ingrediente fondamentale in piatti tradizionali quali minestre di riso, maccheroni gratinati, canederli, polenta, gnocchi di semolino, fondute, puré, besciamella e altre salse.

Soprattutto protagonista con i dessert come: creme, panna cotta, budini, frappé, torte e gelati.


GLI   ALTERNATIVI


Del tutto simili al latte di origine animale, sono prodotti dalla macinazione ed estrazione del succo dei vegetali.

Il liquido ottenuto è poi sterilizzato o pastorizzato, fatto raffreddare e confezionato.

Può essere addizionato con altri ingredienti quali zucchero, olio o aromi.

I latti vegetali sono valide alternative in cucina, soprattutto per chi è intollerante al lattosio. 


Latte di soia
Nato in Cina nel secolo II  secolo a.C. 
Poco calorico e molto proteico, è ottenuto dalla spremitura della soia gialla ed è privo di colesterolo, trigliceridi e lattosio.

E' disponibile al naturale oppure in mix con l'agave, che lo addolcisce, o aromatizzato alla vaniglia, al cacao, alla frutta.

Si può trovare anche con calcio, vitamina D o B12.


Come gustarlo:
Ha sapore variabile ed è ottimo se abbinato con il latte di riso, che gli conferisce dolcezza, oppure insaporito con un goccio di caffè o un cucchiaino di cacao



Latte di riso


Si ricava facendo macerare i chicchi di riso in acqua bollente, cui si aggiungono alcuni enzimi.
Poi si pressa e si filtra tutto.

E' ricco di zuccheri semplici e apporta energia subito disponibile.

Ha meno grassi e proteine rispetto al latte vaccino o a latte di soia: è quindi adatto a chi è ipersensibile alle proteine.

Contiene fibre, vitamnine A e B e sali minerali.


Come gustarlo:
Il latte di riso è molto piacevole se consumato fresco come drink dissetante ed energetico, ma è l'ideale anche per preparare frullati e dolci in genere, perché dolcifica naturalmente permettendo di diminuire l'apporto di zucchero raffinato.



Latte di avena


Proprio come il cereale da cui è tratto, è nutriente ed energetico.

Ha un basso contenuto di grassi, contiene fibre, vitamina E, ferro e acido folico.
Apporta un limitato quantitativo proteico, che può essere potenziato con un mix di latte di soia.

Ha sapore delicato ed è leggermente zuccherino.



Latte di mandorla


Tipicamente italiano, ha sapore caratteristico molto accentuato, che può essere attenuato mescolandolo con un altro latte vegetale.

E' un'alternativa al consumo di frutta secca.

Contiene nutrienti preziosi quali antiossidanti, calcio e vitamina E.

Ha una componente di grassi a metà tra il latte vaccino intero e quello parzialmente scremato.

Come gustarlo:
Delizioso bevuto fresco o con il caffe.  Ottimoi per granite e gelati.



IL PIU' DIGERIBILE:     IL LATTE DI CAPRA


Il latte di capra ha composizione simile a quella del latte vaccino quanto a contenuto di zuccheri, differisce nella quantità di grassi e delle proteine.

I grassi, oltre ad essere più facilmente digeribili, conferiscono all'alimento un caratteristico sapore.

Le proteine, invece, contengono meno caseina, consentendo così la produzione soprattutto di formaggi freschi o a media stagionatura.

Tra i sali minerali, presenti in maggior quantità rispetto al latte vaccino e più assimilabili, si segnalano ferro, calcio e potassio. 


In cucina: 
 Provate a gustare:   il riso al latte,  il merluzzo o il baccalà al latte  e  la besciamella.




Buon Appetito! 




Attenzione!!!!!| Non lasciate il  bicchiere di latte sul tavolo se avete un gatto!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 27 giugno 2012

MANGIAMO LA FOGLIA!

"Bisogna mangiare verdura e frutta!!!!", - dicono continuamente i medici - e, grazie anche a R. Spangaro vi confermo che soprattutto dalla dieta estiva non devono mancare spinaci, erbette, cime di rapa, catalogna, coste, che vengono considerati grandi presidi della salute!
Versatili in cucina si prestano a tante gustose preparazioni anche per i bimbi.






Il verde caratterizza gli alimenti ricchi di clorofilla e le verdure a foglia verde sono inoltre ricche di 
acido folico, magnesio e vitamina C che aiutano a rafforzare le difese immunitarie e disintossicare l'organismo, facendo bene anche al cuore e alla linea...


Queste verdure si consumano cotte con il vantaggio che la cottura permette di assorbire più facilmente le sostanze contenute negli ortaggi, perchè rende biodisponibili gli antiossidanti e altri componenti benefici.


Il calore rompe lo strato di cellulosa duro e resistente e così i principi attivi si liberano e diventano immediatamente disponibili per l'organismo. 
Le vitamine in esse contenute, D - E - K , la biotina, la riboflavina e la niacina resistono bene alla cottura.


Per quanto riguarda i sali minerali, molto dipende da come si cuoce la verdura, più restano nell'acqua più si disperdono.
La lessatura riduce il sodio, il cloro e anche il magnesio.

Molto meglio allora cuocere le verdure a vapore, nel microonde: così le perdite di vitamine e sali minerali saranno ridotte al minimo.


Allora cominciamo ad esplorare il mondo di sapori che ruotano intorno a queste splendide verdure in foglia!




Gli spinaci


Sono coltivati in varie regioni dell'Italia, fra cui Puglia e Toscana e sono diffusi in tutto il mondo.


Contengono le vitamine A, B, C, D, F, K e P e tanti minerali. 


Come gustarli:
Dai ripieni per la pasta ai contorni per carne e pesce, dalle torte di verdura a polpette e sformati.


Vanno lasciati a bagno per 15 minuti, dopo aver separato alla base le foglie, poi vanno risciacquati altre due volte in abbondante acqua fredda.


Per lessarli è consigliabile utilizzare l'acqua dell'ultimo risciacquo e - una volta cotti - andrebbero  consumati subito. 


Lavati  e asciugati bene si conservano per due, tre giorni in frigorifero, chiusi in sacchetti di plastica.


Per congelarli, occorre prima lessarli, strizzarli molto bene con cura e quindi conservarli.  






Cime di rapa


Tipiche dell'Italia centro-meridionale, specialmente del Lazio, Campania, Puglia.


Hanno una quantità di calcio su 100 gr. ce ne sono  97 mg.
Contengono anche ferro, fosforo e sono un concentrato  di vitamina C - 110 mg per etto, il triplo di un'arancia e di vitamine A e B2 e una discreta quantità di vitamina K. 


Come gustarle:
aromatiche, lievemente amarognole, al cartoccio, diventano un contorno stuzzicante.


Sono un ingrediente immancabile per condire la pasta e le famose "orecchiette pugliesi" 


Le cime di rapa vanno lessate in poca acqua.
Una volta cotte, vanno tuffate in acqua fredda e il liquido di cottura non si butta: costituisce infatti un consommé dagli effetti drenanti.






Erbette


Sono chiamate anche bietoline e appartengono alla famiglia delle coste.


Contengono fosforo, magnesio, ferro, calcio e potassio.


Come gustarle:
Molto usate nella cucina regionale lombarda, emiliana e toscana. 


Ottime nei risotti e spezzatini e sono un contorno apprezzato con cui si accompagnano carni bianche e rosse.


Il liquido di cottura si presta alla preparazione di pappe, zuppe e brodi vegetali.


Per preservare le sue proprietà nutrizionali, bisogna far sì che le foglie non ingrigiscano.
Il colore brillante delle foglie si preserva anzitutto passandole sotto un getto di acqua fredda prima di metterle in pentola.


Bollitele nell'acqua dell'ultimo risciacquo e per evitare che perdano colore  fate una cottura veloce su fiamma vivace e a pentola scoperta, in modo  che gli acidi che si liberano possano evaporare.
Ricordate che la cottura migliore è quella al vapore.


Buon appetito!


Le coste


In Toscana e in altre regioni sono note come bietole da costa, sono originarie del bacino  del Mediterraneo.


Le coste si mondano separando la parte bianca da quella verde e liberando la costa centrale dai filamenti che la percorrono.


Come si gustano:
Si utilizzano molto per le frittate, flan, polpette di verdura, torte salate, ravioli di magro, zuppe e minestre.




La costa bianca, croccante e carnosa, va invece lessata e poi si può consumare saltata in padella, impanata e fritta, gratinata con besciamella o in umido con il pomodoro.






La catalogna


Questo ortaggio ha il caratteristico sapore amaro, merito dell'inulina, uno zucchero complesso presente nella parte vicina alla radice che nell'intestino viene trasformato in acido lattico, inibendolo sviluppo di batteri patogeni.


Come gustarla:
Esistono due qualità di catalogna: quella a foglie verdi e frastagliate e quella a costa larga e bianca.


I germogli della varietà a costa larga, celati all'interno del cespo, sono noti anche come puntarelle
Si gustano crudi con aggiunta di aglio e acciughe.


Il trucco per preservarne il colore brillante è cuocere la catalogna in una casseruola cola d'acqua e, quando sono cotte, prima di strizzarla immergerla subito in acqua fredda.




FANTASIA NEL PIATTO


Le mamme, alle prese con i quotidiani capricci a tavola, lo sanno bene: molti ortaggi non sono graditi ai più piccoli. Specialmente quelli amarognoli.


Come fare allora, perché anche i bambini assumano le porzioni di verdura giornaliera raccomandate?


Qualche buon consiglio:


1. La cottura


Date la preferenza al microonde o alla bollitura, metodi con cui cavoli, erbe ecc. perdono il loro gusto amaro.
Alternate gli ortaggi meno amati con quelli più dolci, come carote, piselli, finocchi.




2. Il condimento


Anche il giusto condimento contribuisce a stemperarne la componente amarognola: meglio usare un olio extravergine d'oliva dal gusto molto delicato, evitando invece aceto, succo di limone e yogurt, che esaltano la percezione di amaro.




3. Gli abbinamenti


Tagliate le verdure a pezzettini, mischiatele al purè, alla pasta, ad altre pietanze preferite dal bambino e, se la dieta lo permette, grigliatele o friggetele.




4.La presentazione


Importante, infine, la presentazione.
L'estro ( per esempio disporre le verdure in modo che compongano sagome e faccine) e il colore
solleticano la curiosità dei più piccini, invogliandoli così a mangiare anche gli antipatici spinaci.





sabato 23 giugno 2012

FIL ROUGE

Il    radicchio






Adoro il radicchio e, grazie a R. Spangaro, sono venuta a conoscenza di tante belle notizie su questa favolosa insalata nelle sue diverse varietà, che aggiunge un tocco raffinato in cucina ed è ricca di principi salutari.

Soprattutto quando la stagione offre solo ortaggi a tinte chiare, il radicchio porta in tavola con la sua forma floreale e le inconfondibili sfumature rosate, una bellissima nota di colore.

Il radicchio è uno dei prodotti più apprezzati da noi italiani.

Il radicchio, o cicoria rossa, appartiene alla specie botanica Cichrium Intybus Sylvestre , famiglia delle composite.
Come tutte le cicorie è una pianta erbacea rustica e resistente. 
Si semina in estate ma si raccoglie dall'inizio di autunno a fine inverno (soprattutto in Veneto) .
E' originaria  dell'Europa e dell'Asia ed è apprezzata in cucina fin dall'antichità.

Oggi le varietà sono numerose, tutte derivati da un unico progenitore selvatico attraverso ibridazioni spontanee o selezione:


Radicchio variegato



Originario di Castelfranco Veneto, è definito fiore d'inverno per il cartteristico aspetto di rosa sbocciata.


Nella seghettatura del bordo delle foglie e nel colore giallo crema prodotto dall'imbianchimento richiama la scarola, da cui in parte deriva.


Come gustarlo:
Più dolce e garbato del trevisano, è perfetto a crudo, a striscioline o a foglia intera, come base per saltati o julienne. Ma si presta anche a cotture brevi che ne conservano i nutrienti e la delicatezza.




Radicchio tondo rosso o di Chioggia



Questo tipo di radicchio ha forma globosa, compatta, colore rosso e venature bianche.
E' il più diffuso ed economico, disponibile quasi tutto l'anno, e copre più metà della produzione.


Ha sapore fresco, dolce con una punta di amaro.


Come gustarlo:
Ottimo crudo, magari accompagnato da formaggi caprini, pera, aceto balsamico o aggiunto all'ultimo minuto  a zuppe vellutate.
Recentissimo il suo impiego per produrre l'originale birra denominata Rossa di Chioggia.




Radicchio rosso tardivo




E' il radicchio rosso di Treviso in versione tardiva, noto localmente come "radicio spadon" per la tipica forma lanceolata delle foglie, rosso vino dalle punte arcuate.


E' più pregiato del precoce, si raccoglie almeno dopo due brinate, da dicembre fino a metà marzo, sottoponendolo poi a imbianchimento per ottenere la forma allungata e la costolatura bianca.


Come gustarlo:
Piacevolmente amaro è da gustare nel celebre risotto, per accompagnare formaggi stagionati,marinato con vino, aceto e limone, o  nelle confetture.




Il radicchio semilungo rosso




Viene prodotto nella provincia di Verona, Vicenza e Padova.


Presenta foglie di colore rosso scuro, tondeggianti e con margine lineare, riunite a formare un calice.


Come gustarlo: 
Come tutti i radicchi è poliedrico in cucina.
Da provare a crudo sulla pizza o, in umido, con i fagioli di Lamon.


Sempre vincente poi il contrasto con il dolce della zucca o della polenta.


Buono nel tradizionale sorbetto Radicchio e Amarone






Radicchio lungo rosso precoce




Compatto  e con foglie sottili e avvolgenti, il radicchio di Treviso precoce e disponibile sul mercato già da settembre.


Come il tardivo, esprime appieno la cultura rurale del trevigiano, interessando oggi anche le provincie di Padova e Venezia, inclusa l'Oasi del  Parco del Sile.


Come gustarlo:
Leggermente amare e mediamente croccanti, le foglie si usano come cruditè, sotto forma di salsa, ripieno con composti cremosi a mo' di barchetta, o gratinate.
Deliziose stufate con uvetta e pinoli oppure saltate con scalogno e vino rosso. 





mercoledì 20 giugno 2012

LA LEGGENDA DEL "PANE DEGLI ANGELI"

Sono stata in questi giorni in cantina, dovevo liberare un bel baule che usavamo  per andare in montagna con tutta la famiglia, per prestarlo ad una cara amica.

Nello svuotare, ho trovato in un cassetto, tante cose conservate da me e completamente o quasi dimenticate......

Fra queste un librettino piccolo piccolo con  alcune ricette per l'uso del  "lievito vanigliato Pane degli Angeli".
Anche la descrizione delle ricette è particolare, con una fraseologia che non si usa più.

Nell'ultima pagina della copertina di questo libretto datata marzo 1967 una poesia (penso molto più vecchia di quella data... per quanto ne so il lievito risale  al 1930)  che mi ha colpito per il vecchio stile e che voglio trasmettere anche a voi:

La leggenda del " Pane degli Angeli"




Una notte un cherubino
Scese lesto da un camino
Attirato dal profumo
Che emanava un lieve fumo.


Vide un dolce delicato,
sofficissimo e dorato,
Che ogni sera una mammina
Preparava alla bambina
con un lievito famoso
E di effetto portentoso.


Ammirato,  l'angioletto
Volle dare il suo brevetto,
Or da tutti ricercato,
"Pan degli Angeli" è chiamato.


Nelle feste e nei conviti
Agli amici più graditi
"Pan degli Angeli" offrirete
e felici li vedrete.












martedì 19 giugno 2012

DAL LIBRO DEI SEGRETI......


l'ACETO


L'aceto, molto apprezzato in cucina, mescolato al sale da cucina fa brillare come nuove le pentole in rame e ottone.
Quelle d'acciaio se bruciate vanno riempite di  acqua calda e aceto e lavate dopo 10 minuti.



L' aceto può essere usato anche come disincrostante, ammorbidente, brillantante e anticalcare.
Quando intorno ai rubinetti dei  sanitari  si fa una antipatica incrostazione, io prendo due striscioline di stoffa di cotone , le immergo nell'aceto caldo, le metto tutt'intorno al rubinetto e alla sua chiusura e le lascio lì per mezza giornata.
Inoltre: lasciate a bagno il "telefono" della doccia per qualche ora in un recipiente pieno d'aceto. Vedrete che splendore!

L'aceto è un prodotto naturale, non inquina e non lascia residui chimici tossici e in più ci fa risparmiare soldi e spazio!!!!


Se volete del bucato morbidissimo e fare accentuare il profumo del detersivo tradizionale, versate mezzo bicchiere di aceto  nella vaschetta del tradizionale ammorbidente!




Con una spugnetta imbevuta di aceto e acqua potete eliminare gli odori e i residui di cibo grasso sia dal forno che dal frigorifero.

In lavastoviglie mezzo bicchiere di  aceto sostituisce il brillantante.
Inoltre, per una pulizia periodica, azionate la lavastoviglie a vuoto aggiungendo un litro di aceto.




RICORDATE E FATE ATTENZIONE:


di non usare l'aceto sul marmo e sulle altre pietre a componente calcarea e sui parquet oliati.
Inoltre non mescolatelo con sostanze alcaline: bicarbonato, soda, detersive e naturalmente candeggina. 



(Grazie anche a E. Rosa)

domenica 17 giugno 2012

3° QUASI TUTTO SU............

3. Seguito il  terzo "potpourri" sui più svariati alimenti  (vedi post 1. e 2.)


Quasi tutto sulle .......... albicocche




L'albicocca è un frutto di origine asiatica (in Cina cresce allo stato selvatico) introdotta nel mondo greco-romano dall'Armenia.

Da questo deriva il suo nome scientifico Armeniaca Vulgaris.

Esistono numerose varietà di albicocche, le più diffuse sono la  Reale di Imola dalla polpa dolce e consistente, la Val Venosta  di pezzatura media e di colore uniforme, la Luzet dai frutti grossi e allungati di colore arancio con sfumature rosse nelle parti esposte al sole.

In commercio si trovano anche le albicocche essicate, provenienti dall'Africa del nord e dalla California.

Per ultimo le albicocche sciroppate.


Conservazione 

Quando acquistate le albicocche scegliete quelle sode e naturalmente senza ammaccature.
E' comunque consigliabile acquistarle leggermente acerbe e lasciarele maturare in casa a temperatura ambiente.

Quelle molto mature si rovinano molto facilmente e devono essere conservate in frigorifero, nella parte della frutta e verdura.

Conservatele in un sacchetto di carta o nei sacchetti forati indicati per la conservazione perchè non crei umidità all'interno.


Proprietà

L'albicocca è un frutto nutriente e sano  per il suo contenuto di vitamine e sali minerali.

100 gr. di albicocche forniscono 28 calorie e contengono, malgrado il loro sapore dolce, solo il 6,8 di zuccheri disponibili.

Contengono inoltre 320 mg di potassio, 16 mg. di fosforo.

La grande quantità di vitamina A, 360 mcg. svolge un'azione antinfettiva e di prevenzione per le malattie cardiache e della vista.

Le albicoche più mature e colorate hanno più vitamina A perch' hanno preso più sole.


Consiglio:

Quando ero piccola mi ricordo che ogni tanto  - per fare festa a noi bambini - la mamma serviva per dolce
in un pentolino per le uova all'occhio di bue, una  o due albicocche sciroppate contornate da panna montata e al posto del pepe qualche pezzetto di cioccolato tritato molto finemente.

Credetemi fa un effettone e sembra proprio un uovo fritto !!!!







Quasi tutto sulle ......... ciliegie



Le ciliegie si dividono in due grandi famiglie, quelle dolci e quelle aspre e acidule.

Con le ciliegie acidule si preparano marmellate, liquori, frutta candita o sciroppata.
In genere , per il loro sapore aspro, non si mangiano come frutta a tavola, come invece si fa con le ciliegie dolci. 
Queste, a loro volta, si dividono in due grandi gruppi: quelle tenerine e quelle duracine.

Le tenerine più diffuse sono Le Ferrovia e le Morette di Cesena: le duracine sono i duroni di Vignola e i duroni della Marca.  


Conservazione 

per scegliere ciliegie fresche e di buona qualità osservate la consistenza dei frutti, che devono essere sodi, con piccioli verdi e non avvizziti.

Sono frutti che non si prestano a lunga conservazione, quindi è buona norma acquistare la quantità da mangiare.

Fate attenzione che non vi siano delle ciliegie guaste perché in breve guasterebbero anche tutte le altre.

Conservatele in frigorifero,  nel reparto verdura, in buste possibilmente di carta per proteggerle dal freddo eccessivo.


Proprietà

Le ciliegie tenerine hanno polpa rosso nerastra e maturano tra fine maggio e inizio giugno.

Le ciliegie duracine sono le migliori per la consistenza e la bellezza del frutto. Si trovano da giugno a luglio.

Verso fine giugno ci sono i duroni di colore giallo rosso che si preparano anche sotto spirito.



Le ciliegie sono molto utili per chi soffre di gotta. 

100 gr. forniscono 38 cal. e contengono 9 gr. di zucchero, 229 mg di potassio, 10 mg di fosforo, vitamina A, riboflavina e niacina.


Curiosità 

Avete mai assistito in campagna alle gare di chi manda giù più ciliegie con i noccioli?
E' un'esperienza - solo ad assistere - indimenticabile.......


Quasi tutto sulla vaniglia
La vaniglia è un frutto a forma di capsula sottile, di colore scuro e profumo intenso.

Originaria del Messico, oggi è coltivata in vari paesi tropicali.

Ne esistono due tipi chiamati vaniglia legittima e vaniglia bastarda.
"La vaniglia legittima" è la più apprezzata ed è chiamata anche cristallizzata perchè le capsule sono rivestite all'esterno da minuscoli cristalli. 

La "bastarda", detta anche cimarrona, è data dalle piante che crescono selvatiche ed è più corta e meno affusolata. 

Esiste poi il vaniglione, dai frutti mollicci e meno profumati.


In commercio, oltre al bacello, si trovano l'essenza, l'estratto e vari zuccheri aromatizzati.






Conservazione

I bacelli di vaniglia devono essere conservati in contenitori di vetro ermetici, sistemati in luogo fresco e buio.

Lo stesso vale per l'essenza e l'estratto, che in genere si trovano imbottigliati in vetro scuro.

Quando si usa un bacello va inciso nel senso della lunghezza in modo da liberare i semi e sfruttare l'aroma della vaniglia.

Gli Atzechi la usavano per il cioccolato in tazza, si sposa bene anche con yogurt, budini e creme.


Proprietà

I minuscoli cristalli che ricoprono i bacelli sono ricchi di vanilina o vaniglina, sostanza che conferisce alla vaniglia proprietà stimolanti.

Per questo può essere usata, sola o con altre sostanze, per combattere l'inappetenza o l'atonia gastrointestinale.

Viene usata come aromatico in pasticceria e in liquoreria  e in certi farmaci come correttivo per medicine dal sapore sgradevole.


Al prossimo post!


giovedì 14 giugno 2012

BRASATO, STUFATO E SPEZZATINO

Cosa c'è di più buono, se avete invitato qualcuno a cena o a pranzo, che fare un buon piatto unico con riso o polenta conditi con il sughetto di un ottimo  brasato, stufato o spezzatino?


Eccovi allora alcuni consigli su questi tre secondi. Cominciamo con

Il brasato




Lo si chiama così perchè un tempo era consuetudine mettere le pentole a cuocere sulla brace, poiù o meno viva, dai camini.
Alcune braci venivano anche poste sul coperchio.

Il pezzo di carne da brasare non deve essere di dimensioni troppo piccole e va irrorato, di tanto in tanto, con il liquido di cottura.

Soprattutto va lasciato sobollire lentamente e in modo costante, così che il brodo non evapori troppo rapidamente lasciando la carne asciutta.

La cottura lenta, ermetica e prolungata permette che la carne, oltre a risultare tenerissima, cuocia bene anche al suo interno.

I tagli più indicati sono:
- il girello di spalla
- il fesone di spalla
- la sottofesa.

Cottura:   in forno a 175° C calcolando 25' ogni 500 gr.

Consiglio: usate sempre il vino rosso di ottima qualità!!!!!



Lo stufato e lo spezzatino



Sono tipici piatti invernali, dal sapore spiccato, dalla buona consistenza e lunghi tempi di cottura.


Lo stufato deriva dalla parola stufa, perchè una volta sul suo piano si ponevano a cuocere i recipienti con quelle pietanze a base di carne, che non richiedevano il calore vivo di una fiamma diretta.

I tagli bovini più adatti per stufati e spezzatini sono:
- la sottofesa (parte interna)
- il cappello del prete
- il girello di spalla 
- la punta di petto


Stufati e spezzatini risultano più gustosi se vengono preparati 12-24 ore di anticipo e sono poi riscaldati a fuoco medio, prima dei servirli in tavola.

Se si vuole renderli più leggeri, basta asportare l'eventuale grasso rappreso presente in superficie.


Cottura: da 1 ora a 1 ora e 30' secondo i tagli di carne.


Consiglio:  stufato e spezzatino si possono accompagnare con un mix di verdure: carote, cipolline e zucchine. glassate al profumo di timo, con una padellata di peperoni in agrodolce, un croccante crumble di verdure gratinate al forno o una gustosa ratatouille di verdure miste.
Delizioso anche l'abbinamento con cipolline in umido. Oppure con funghi e patate.
Molto indicati anche sottoli e sottaceti. 






Buon appetito!





   

domenica 10 giugno 2012

2°. QUASI TUTTO SU.......

2. Come promesso, seguito il mio "potpourri" di notiziole sui più svariati alimenti  (vedi post 1°):


Quasi tutto sul ..... finocchietto




Si chiama finocchietto l'erba aromatica conosciuta anche come finocchio selvatico.


La pianta è originaria delle Isole Canarie, ma si è diffusa allo stato spontaneo in tutto il bacino Mediterraneo.

Ha un'aroma che ricorda  l'anice e si usano le foglie (che somigliano a quelle dell'aneto nella forma ma non nel gusto), i fiori gialli e i semi.

Le foglie sono un ingrediente importante per molte ricette, come la pasta con le sarde siciliana in cui è indispensabile.

Viene impiegato nell'industria dei liquori e in erboristeria perché dai semi si estrae un ottimo olio essenziale.


Le foglie si usano solo fresche, mentre i fiori e soprattutto i semi si usano secchi.


Conservazione


Il finocchietto fresco si conserva in frigorifero come una verdura, nella parte meno fredda avvolto in carta,
per pochi giorni perché le foglie si rovinano facilmente.

I semi si conservano chiusi in barattoli al riparo della luce.


Se raccogliete il finocchietto fresco in campagna potete farlo essicare capovolto esposto all'aria ma non al sole.


Con i semi o i fiori secchi  si può preparare un'ottima tisana.

Si può acquistare anche il liquore di finocchietto, molto digestivo.

In cucina si sposano bene a pesce e verdure, ottimi nelle salse, nei dolci e nei biscotti.






Proprietà


Il finocchietto ha pochissime calorie e in sostanza è costituito da acqua, cellulosa e anetolo, un olio etereo che gli conferisce il particolare sapore e che è diffuso in tutta la pianta, soprattutto nei semi.

Le radici e i semi in erboristeria vengono utilizzati per le loro proprietà digestive e diuretiche.

Con le foglie, i fiori o i semi si prepara un ottimo olio o l'aceto aromatico, inserendo il finocchietto nelle bottiglie e lasciando insaporire per qualche tempo.




Consiglio


Provate a cucinare o a gustare le penne al finocchietto, uvetta e pinoli!!!!
Buon appetito!






Quasi tutto sui ....... peperoni






Vi sono molte varietà di peperoni ma tutte si dividono fra quelli dolci e quelli piccanti.
Entrambi sono originari dell'America Centrale.


I peperoni dolci si presentano in molte varietà di forme, di colore e di dimensione.
I peperoni verdi sono in realtà i peperoni acerbi che maturando diventeranno o rossi o gialli a seconda della varietà a cui appartiene.

Oltre ai peperoni dai tre colori che ci sono più familiari esistono anche tipi di colore arancione carico, marrone e viola porpora.
Conservazione


I peperoni dolci si trovano ormai freschi tutto l'anno!

Scegliete esemplari sodi, con pelle integra e lucente.


I peperoni si conservano bene nel cassetto per le verdure nel frigorifero fino anche ad una settimana.

I peperoni cotti devono essere conservati rigorosamente  in frigorifero per un solo giorno  perché sviluppano facilmente pericolosi batteri come il botulino.


                                         batteri di botulino nella verdura.    Attenzione !!!!!!!!!


Proprietà


100 gr. di peperoni contengono mediamente 420 unità di vitamina A,
128 mg di vitamina C
e inoltre potassio, fosforo, zolfo, cloro, magnesio e sodio.

Il loro uso non ha controindicazioni eccetto per chi soffre di uricemia.


Il loro contenuto in acidi e sali minerali regola l'equilibrio dei tessuti ed attenua l'acidosi.


Consiglio


Avete mai provato la salsa per la pasta fatto con i peperoni grigliati e pomidoro fresco?  Provatelo, è ottimo!



Quasi tutto sulla .......lattuga






La lattuga, già riconosciuta dai Greci e dai Romani, ha proprietà calmanti,  rinfrescanti, analgesiche e stimolanti dell'appetito.


Secerne un succo lattiginoso. (Attenzione a non esagerare nel mangiarla per chi è allergico al lattosio!!!) 


Si adattano meglio alle temperature invernali : indivia riccia, indivia scarola, radicchi.
Alle temperature primaverili-estive: lattuga cappuccio, lattuga romana, lollo, trocadero
Alle temperature invernali: lattuga a costa lunga, iceberg.


Conservazione 


E' una verdura che si rovina facilmente quindi non va conservata in involucri di plastica, ma va sistemata in un contenitore coperto con un panno inumidito e posto in un  cassetto del frigorifero dove l'aria riesca a 
circolare.




100 gr. di lattuga fresca forniscono 17 kcal (calorie)




Consiglio


Se mangiate un bel piatto di insalata (attenzione all'olio!!!) prima del "primo piatto" sarà molto utile per la vostra linea!!!!!






Quasi tutto sul....... pistacchio




Il pistacchio  è un alberello originario del Medio Oriente che produce un piccolo seme verde, rivestito da un guscio duro ed una pellicola brunastra, dal caratteristico sapore aromatico.


E' ricco di grassi e di zuccheri.


Giunge a maturazione tra la fine di agosto e l'inizio di settembre e si può consumare fresco oppure tostato.

Prima di essere usato in cucina il pistacchio va sgusciato, scottato un paio di minuti in acqua bollente, privato della pellicola che lo avvolge.
A questo punto è pronto per essere usato, tritato, ridotto in polvere o trasformato in pasta.

Tra le varietà più pregiate è il pistacchio che si produce a Bronte, in Sicilia, nel territorio che sta tra l'Etna e le Nebrodi che per le caratteristiche pedoclimatiche acquista una qualità e un gusto specifici.




Non dimenticate quando andate in Sicilia i cannoli con il pistacchio  di Bronte!!!!!!!  








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